Diffuse capillarmente sul territorio, le Ville venete si sono caratterizzate per uno strettissimo legame con l’agricoltura, rappresentando spesso il cuore pulsante di un’azienda agricola a partire dalla loro struttura architettonica: al corpo padronale centrale si affiancarono sempre strutture produttive e funzionali, come le ampie barchesse e i granai che servivano per il deposito dei mezzi e dei prodotti. Le ville in tutto il Veneto favorirono lo sviluppo dell’agricoltura e la creazione di un nuovo assetto paesaggistico, contribuendo a plasmarne l’economia e la società. L’intervento di Renzo Derosas focalizzerà quindi un "progetto di paesaggio” di lungo periodo, iniziato parecchi secoli fa e destinato a durare almeno altrettanto. Il territorio deve arrivare possibilmente migliorato e non sfruttato ai discendenti: 'ricercare continuamente il nuovo e consolidare l'esistente' è il claim ideale di quest’area, dove la coltivazione del Superiore si fa “eroica” perché deve fronteggiare pendenze talvolta superiori al 45%, attrezzandosi con carrucole, teleferiche, trattorini speciali. «La candidatura dell’area del Prosecco Superiore a patrimonio UNESCO ha un pregio inconfondibile – sottolinea Renzo Derosas: crede nella cultura della natura e non in una vaga idea di natura incontaminata. Crede nel 'paesaggio culturale', ovvero in quelle aree rese migliori e più belle dall'integrazione virtuosa tra l'azione dell'uomo e quella della natura, paesaggi dinamici di grande bellezza che coesistono con occasioni di prosperità e successo per le generazioni attuali e quelle future». Oggi oltre 3000 famiglie sul territorio risultano interamente dedicate al Prosecco Superiore e le persone impegnate più o meno direttamente sono circa 12mila, il 9-10% della popolazione adulta. Info O434.15732OO, [email protected]