L'Europa in dialogo a pordenonelegge 2025

2 luglio 2025
Pordenonelegge riparte da Bruxelles e dal Parlamento Europeo dove oggi, alla presenza della Presidente Roberta Metsola, ha presentato il suo progetto “L’Europa in dialogo a pordenonelegge”, di scena alla 26^ edizione di pordenonelegge, Festa del libro e della libertàNell’edificio del Parlamento Europeo dedicato ad Altiero Spinelli hanno portato il loro saluto anche l'eurodeputato Alessandro Ciriani e le Vicepresidenti PE Pina Picierno e Antonella Sberna. 
 
Le iniziative sono state illustrate dal Presidente di Fondazione Pordenonelegge.it Michelangelo Agrusti con il direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta: dal 17 al 21 settembre, nella città che si appresta a diventare Capitale italiana della Cultura 2027Pordenone - ecco l’Europa in dialogo: oltre 350 eventi si alterneranno in cinque giorni, con oltre 600 protagonisti internazionali e lo sguardo saldamente puntato sul mondo e i suoi cambiamenti, sempre più vorticosi, raccontati attraverso i libri, i loro autori e autrici. Dal Duemila ad oggi, nel suo primo quarto di secolo, pordenonelegge si è affermato come evento letterario e culturale di riferimento sulla scena italiana.
La 26^ edizione del festival consolida le sue radici, convintamente europee, ritrova i progetti e le relazioni approfondite nel tempo e l’attenzione per le aree culturali dove i mutamenti degli ultimi trent’anni si sono mostrati più intensi e contraddittori: quel nodo di nazioni centroeuropee che ha affrontato cambiamenti radicali di regime politico e tuttora vive fasi di costante evoluzione, non lontano dal più estremo confine orientale d’Europa, dove la guerra è purtroppo tornata, dopo 70 anni di pace. 

«Il fatto che un territorio piccolo come il Friuli Venezia Giulia ospiti nel giro di appena tre anni la  Capitale europea (Gorizia quest’anno) e la Capitale italiana (Pordenone nel 2027) della Cultura non è affatto un caso, ma il frutto di una nuova consapevolezza della potenzialità di quella definita riduttivamente “provincia” - ha sottolineato, nel corso della presentazione, l’Eurodeputato Alessandro Ciriani, già sindaco di Pordenone - Lo ribadiamo spesso e con orgoglio: la nostra terra con il tempo si è sviluppata sino a diventare un’area economia straordinaria dove economia, cultura, formazione dialogano costantemente, creando quello che noi chiamiamo “Sistema Pordenone”: sistema che promuove la crescita economica ma è sensibile e attento ai fermenti culturali che lo attraversano e lo rendono speciale. Uno dei nostri gioielli di famiglia è proprio Pordenonelegge, che ringrazio per il fatto che in questa 26esima edizione abbia voluto puntare i propri riflettori sull’Europa. Pordenonelegge ha l’impagabile merito di averci insegnato che un libro fortifica le nostre scelte di valore, illumina il percorso che vogliamo intraprendere, legittima le nostre scelte. La comprensione del mondo, da qualsiasi profilo, anche conflittuale, diventa più alta e più semplice se si hanno dei compagni di viaggio (spesso tascabili) che mettono in discussione le nostre convinzioni o ci aiutano a renderle più consapevoli e forti. Si chiama libertà, senza la quale tutto appassisce, ingrigisce, si atrofizza e diventa monotonia, prevaricazione, ideologismo o, peggio, dittatura. Sono orgoglioso che pordenonelegge abbia voluto anticipare i dettagli della nuova edizione proprio a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo. E ringrazio la presidente Roberta Metsola per aver dato questa importante possibilità sperando che non si esaurisca in un solo episodio». 

La cultura come motore dei cambiamenti verso la conquista dei diritti e della democrazia è parte essenziale del DNA di pordenonelegge, la Festa del libro e della libertà annualmente promossa dalla Fondazione Pordenonelegge.it, presieduta da Michelangelo Agrusti, per la cura di Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet, e per il coordinamento della direttrice della Fondazione Michela Zin
«Fondazione Pordenonelegge è fiera di portare nel cuore del Parlamento Europeo, un’Istituzione alla quale ha sempre guardato con fiducia e speranza, la testimonianza di un appassionato impegno culturale, lungo oltre 25 anni  – ha sottolineato il Presidente di Fondazione Pordenonelegge.it, Michelangelo Agrusti – Ci troviamo in un momento storico in cui l’Europa è chiamata a un ruolo protagonista, di grande responsabilità: pordenonelegge è un festival concepito “sull'uscio della storia" e con rinnovato slancio sarà quest’anno osservatorio attivo e partecipe della realtà contemporanea, per condividere insieme ai cittadini, in una vasta agorà di libri, autori e autrici, le sfide e le urgenze del nostro tempo». «Raccontare la storia e la vita attraverso la geografia umana e spirituale compresa nelle opere degli scrittori e dei poeti è un compito che abbiamo fatto nostro da molti anni – ha spiegato il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario VillaltaAbbiamo creato relazioni significative nell’ambito della letteratura con molte realtà operanti in altri Paesi, attraverso le loro istituzioni di promozione culturale: oggi, per il festival, la continuità di queste relazioni è un fatto concreto, non solo auspicato. L’Europa in dialogo a pordenonelegge è il punto d’arrivo di un impegno avviato da molte stagioni, e al tempo stesso l’avamposto per navigare le rotte del mondo che verrà. Fra i temi della 26^ edizione di pordenonelegge, accanto alla riflessione d’obbligo sugli accadimenti di un anno scandito dall’escalation delle tensioni globali, ci sarà il dibattito a più voci intorno all’Intelligenza Artificiale e alla sua irruzione in ogni ambito dell’attività umana».

Pordenonelegge rinnova annualmente il suo filo rosso con la città di Praga: con la prestigiosa Biblioteca Havel, l’Istituto Italiano di Cultura, il Liceo Ustvani e l’Università Carolina. Un legame altamente simbolico, nel ricordo di Václav Havel, della Charta 77 e della Rivoluzione di Velluto, ma al tempo stesso focalizzato sulla più stretta attualità delle democrazie e istituzioni europee. E sono molteplici le iniziative condotte da pordenonelegge sul piano internazionale nell’ultimo decennio: legate alla Settimana della lingua italiana, con tappe in Romania e in Slovenia, e a breve nuovamente a Praga, nel 2025. Portate avanti in stretta sinergia con gli Istituti Italiani di Cultura, interlocutori di riferimento anche per i progetti dedicati alla poesia: dopo gli incontri di Berlino, Parigi e Madrid, nuove iniziative si apprestano a percorrere i confini di Slovenia e Croazia, Repubblica Ceca e Polonia, risalendo dai Balcani al Baltico.

 

L’Europa in dialogo a pordenonelegge 2025

Pordenonelegge racconterà come pulsa oggi il Vecchio continente a partire dal confine orientale, dove la guerra non si ferma. L’edizione 2025 del festival rinnova il focus dedicato all’Ucraina, con la partecipazione di importanti voci letterarie del Paese. In anteprima nazionale lo scrittore Aleksej Nikitin, nel suo Di fronte al fuoco, racconterà la storia dell’Ucraina durante la Seconda guerra mondiale, con tratti che somigliano all’attuale invasione russa. Fisico di formazione, parte attiva nel progetto del sarcofago per la messa in sicurezza della centrale nucleare di Černobyl, Nikitin arriverà a Pordenone con un visto speciale dall’Ucraina, portando un romanzo che si alimenta anche delle sue radici familiari e riprende i file delle operazioni dei servizi segreti ucraini del 1941-42, resi pubblici nel 2011. Mentre è nato a Kiev e da tempo vive fuori dal suo Paese, dove è ritornato per raccontare la guerra, lo scrittore e giornalista Yaroslav Trofimov, finalista al Premio Pulitzer per il giornalismo internazionale con le sue corrispondenze pubblicate dal Wall Street Journal: a pordenonelegge sfoglierà un affresco letterario epico di amore e di guerra, Non c’è posto per l’amore, qui, restituendo le atmosfere della Kharkiv 1930, capitale della nuova Repubblica socialista sovietica ucraina. Elena Kostioukovitch, che in Ucraina è nata ma si è laureata a Mosca, dove ha pubblicato molti suoi libri, e dal ’96 è naturalizzata italiana, presenterà Kyiv. Una fortezza sopra l’abisso, il viaggio nell’anima della capitale ucraina.
È nata in Russia invece la giornalista Anna Zafesova, analista e firma conosciuta in Italia, dove oggi vive: a pordenonelegge con Russia. L’impero che non sa morire ci aiuterà a entrare nella «testa» dei russi del nostro tempo, per indagare le dinamiche di potere attive nel regime di Putin e spiegare come l'aggressione all'Ucraina del 2022 abbia reso ancora più evidente «la sete di passato di un Paese che non vede un futuro». Anche l’ex diplomatico russo Alexander Baunov offre preziosi strumenti per leggere il presente e immaginare la fine della dittatura russa con il suo La fine del regime: un libro uscito in Russia, nel gennaio 2023, andato esaurito in pochi giorni mentre il suo autore veniva presto definito un «agente straniero» dalle autorità governative.
Nel cuore del Vecchio continente, il giornalista Donato Bendicenti, responsabile dell’ufficio di corrispondenza RAI a Bruxelles, ci porta Al centro della tempesta e racconta L'Europa tra ordine mondiale e disordine globale, in un saggio prefatto dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani, già presidente del Parlamento Europeo. Ogni equilibrio raggiunto può imprevedibilmente mutare e l’Unione Europea litigiosa, fragile e confusa sembra proiettata nel fulcro della turbolenza.  Cosa resta dell’Europa è il titolo e l’interrogativo centrale del saggio del giornalista Pierluigi Franco, fondatore di Ansa Nuova Europa: pagine che indagano Il destino dell’Europa, fra crisi e rilancio, e cosa resta del progetto di Stato federale europeo anche sotto il profilo istituzionale e giuridico.

A pordenonelegge il dialogo è fatto anche e soprattutto di grandi voci letterarie: e lo scrittore spagnolo Ildefonso Falcones al festival riceverà il Premio Crédit Agricole La storia in un romanzo presentando il suo ultimo libro, In guerra e in amore, ambientato nella Napoli rinascimentale. Mentre un altro protagonista della scena letteraria contemporanea, l’olandese Jan Brokken, attraverso la storia dell’hotel Spaander, racchiusa ne La scoperta dell’Olanda, affonda nella storia dell’arte moderna e sfiora le vicende di artisti come Picasso e Kandisky. Grandi pagine di racconto per i lettori e le lettrici più giovani sono quelle dell’autrice italiana Chiara Carminati e dello scrittore francese Bernard Friot, l’erede di Gianni Rodari: Oggi la parola è meraviglia incrocia i loro testi alla scoperta delle parole, evidenziando la bellezza e la musicalità delle lingue. E il nederlandese Gideon Samson, con Giorni sull’isola, tratteggia l’estate magica di tre adolescenti in Grecia ed è fra i protagonisti di spicco di un “festival nel festival”, pordenonelegge Junior.

“L’Europa in dialogo” significa guardare anche alle periferie, alle prospettive meno rilucenti: lo fa efficacemente il francese Mokhtar Amoudi con il romanzo Le condizioni ideali, Premio Méditerranée opera prima e Premio Goncourt des détenus 2023: un racconto che è anche denuncia del sistema sociale in cui viene intrappolata l’umanità nelle banlieue fatte di condomini tutti uguali, di ragazzi disperati che conoscono solo la via del crimine. E la scrittrice slovena Elvira Mujčić, che durante le guerre jugoslave era una bambina, ripercorrerà, attraverso le pagine de La stagione che non c’era, il destino personale dei protagonisti in filigrana nel destino di un Paese intero, animato dagli stessi sogni e dalla stessa giovanile intraprendenza dei giovani. Dal centro-Europa al Mediterraneo, in anteprima nazionale l’autore croato Robert Perišić porta, come ha autorevolmente sottolineato Jonathan Franzen, un libro “di luminosa intelligenza e scintillante ironia”: La gatta alla fine del mondo ci conduce sull’isola di Lissa, alle origini delle popolazioni adriatiche e poi europee. Altre periferie, nel tempo e nello spazio, sono quelle del grande scrittore irlandese William Wall: ambientato nell’Irlanda del Sud del 1969 L’albero della libertà racconta la storia di due fratelli che vivono in un piccolo villaggio costiero e sarà per la prima volta presentato in Italia, a pordenonelegge. 

Anche l’Arena Europa farà il suo esordio a Pordenone: uno spazio dedicato all’Europa lungo il fiume Noncello, il corso d’acqua all’origine della città, Portus Naonis. Sarà un’accogliente tensostruttura posizionata sull’argine e caratterizzata dai colori della bandiera europea, a simboleggiare l’importanza di un’Istituzione che, come il fluire dell’acqua, collega genti e città. Qui si alterneranno, nel corso del festival. E nel conto alla rovescia verso il 2027, anno di Pordenone Capitale nazionale della Cultura, la città si vestirà il prossimo settembre dei colori dell’Europa: l’arredo urbano del centro storico sarà scandito da vessilli e bandiere europee nelle giornate di pordenonelegge. Una scelta che non passerà inosservata, per ricordare il forte legame del festival con l’Istituzione del nostro continente.

A suggello della 26^ edizione, nella serata finale di pordenonelegge domenica 21 settembre alle 20, l’omaggio all’Europa verrà declinato in musica con il concerto Sinfonico corale per doppia Orchestra e doppio Coro: in scena il Teatro Verdi di Trieste e lo Slovensko Narodno Gledališče di Maribor, impegnati nella produzione “Concerto per l’Europa - Omaggio a GO! 2025”, sulle note della Sinfonia n. 9 in Re Minore di Ludwig van Beethoven che include il celeberrimo Inno alla gioia, dal 1985 Inno ufficiale dell’Unione Europea.  Sul podio il Maestro Pinchas Steinberg, direttore dell’esecuzione. Le voci saranno quelle del soprano Ana Maria Labin, del mezzosoprano Deniz Uzun, del tenore Antonino Siragusa e del basso Gezim Myshketa. Il concerto siglerà un ideale passaggio di testimone tra GO!25, Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della Cultura, e Pordenone2027, pochi mesi fa designata Capitale italiana della Cultura. Una staffetta nel segno della cultura, in un comprensorio di confine dove la frontiera è vissuta come valore aggiunto e opportunità di scambio e arricchimento delle partnership e relazioni.

 

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