Scrusciu

Erica Donzella

Scrusciu

Erica Donzella, nata a Catania, in Scrusciu si muove tra diverse presenze vive e immagine costruendo una serie di riflessioni fatte di spigoli vivi, dove il corpo si mostra nella sua carne nervosa. Anche il paesaggio reca i segni della tensione grazie a un dettato duro come corteccia, che procede a fiotti potenti, a ondate di luce gettate sul buio, talvolta con cadenza sentenziosa e anaforica come una preghiera che si innalza dalle cose per sentire, per non perdere il desiderio di sognare il cielo e farsi incandescenti. La sezione finale, Chiafura (che si riferisce all'aggrottato di Scicli, nonché, nel suo etimo, a una fortezza per difendersi), da un luminoso esempio di poesia in dialetto siciliano che si fa ancora più carnale, un fuoco che ha radici.

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