Bruno Bertoldi, nato a Carzano (Trento) nel 1918, è l'ultimo testimone vivente dell'eccidio di Cefalonia in cui morirono ottomila soldati italiani. Scampato alla morte grazie a un ufficiale compiacente, fu poi deportato dai russi in un gulag. Solo nell'ottobre del 1945 trova, finalmente, la libertà. Venne caricato nuovamente su un treno che lo trasportò per diciassettemila chilometri fino a Vienna e da lì in Valsugana, dove riabbracciò infine la madre.