Marcello Gallucci

Credits Stefano Cesaroni

Marcello Gallucci

Marcello Gallucci è aquilano, ma nemmeno troppo convinto; ostinato, ma con sufficiente moderazione; arrabbiato, come un fan tardivo di John Osborne, eppure ancora fondamentalmente innamorato degli orizzonti aperti del teatro: quello che resiste, quello che non si lascia divorare dal sistema dello spettacolo, quello ancora in grado di cambiare la vicenda individuale e collettiva degli attori e degli spettatori. Quello che forma l’esperienza. Ha scritto a lungo di Artaud, di Kierkegaard, ultimamente di Eleonora Duse, convinto che questi studi si compongano in un disegno unitario che racconta il teatro del Novecento, le sue origini e il suo lascito. Un lungo, intenso sodalizio con Jurij P. Ljubimov lo ha ulteriormente rinsaldato nella convinzione che la regia sia, sostanzialmente, veicolo per l’utopia. Ha insegnato e insegna Storia dello Spettacolo e Letteratura e Filosofia del Teatro prima nella sua città e, ora, all’Accademia di Belle Arti di Roma. Occasionalmente si è fatto tentare dalla drammaturgia. È orgoglioso di essere consulente del Teatro Ridotto di Bologna. Fa di tutto per somigliare ad Orson Welles. Come lui, è un abile parolaio e un millantatore. Aspira ad essere un eccellente Dottor Balanzone, in perenne combutta con Arlecchino. Indovinate quale? Tra le sue ultime pubblicazioni figurano l’edizione italiana dei Messaggi Rivoluzionari di Antonin Artaud e Eleanora. Come Chaplin ricreò la Duse. Rêverie su un mazzo di fiori (Jaca Book, Milano, 2021 e 2024).

Contin Arlecchino Claudia Pirozzi Grazia Alzetta Petra Rinaldi Sabrina Pagani Maria Pia Gallucci Marcello
Parole in scena

Scarpone della pace. Equilibrismi dell’anima

Incontro con Claudia Contin Arlecchino, Grazia Pirozzi, Petra Alzetta, Sabrina Rinaldi, Maria Pia Pagani e Marcello Gallucci 

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