Matteo Danieli è nato a Trieste il 25/07/1974, cofondatore dell’Associazione culturale “Gli Ammutinati”, è nelle antologie di poesia: Gli Ammutinati, Edizioni Italo Svevo 2000, Agenda delle fragole, Lietocolle 2003; Viadalfreddo, il NuovoFVG 2006; Il Volo del Calabrone, Battello stampatore 2008, + CD, progetto performativo. Ha pubblicato e portato in scena la silloge Genetica della stanza, Battello stampatore 2007. È stato ospite al Festival Internazionale TriestePoesia, al Festival Internazionale di Topolò, all’Absolutepoetry, al PoesiaPresente. Lavora su oralità/poesia/musica. Vive a Trieste.
E-mail: [email protected]
PRIMA ELEGIA. IM GEBIRGE (Sulla montagna, 1876)
Non v'illudete stranieri d'aver trovato
l'amore, l'amore è morto l'amore è morto. Canto
la morte dell'amore poiché essa
è naturale condizione per la morte
di Dio. E quando un filosofo amava
che ne era di lui, del non può essere
che relegava il tutto in un grumo di ricordi
e il nostro Assoluto ci faceva piccoli,
che ne era? Ora sterminati
spazi dolcemente avvallano
il paesaggio e le memorie
una strana forma di pensiero sono. Stranieri
non troverete l'amore in questo pianeta.
Sulle montagne è morto l'amore e anche i camosci
che ne sanno? Loro non vedono la morte
la sentono ad ogni zoccolo sulla roccia che si sgretola
e i loro occhi non conoscono la
felicità, come potrebbero se queste parole sono
umane, dell'uomo, tutte per il testo
dell'umanema, e pochi uomini impugnano una chitarra
e con esso le loro compagne, non sono da meno.
Ricordo una piazza a Venezia durante il Carnevale
c'era una donna che per me s'era fatta delfino
l'amore è morto l'amore è morto. Ora
sulle spiagge sotto questa montagna
assisto alla putrefazione del mattino
indifferente ad ogni cosa che si muove poiché
con la morte del sogno che non lo possiamo toccare
ciò che muoveva il mondo, l'amore
l'amore è morto, l'amore è morto.
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